Prima parte
Il viaggio che ha cabiato la mia vita
Tutti abbiamo bisogno di fare almeno un viaggio nel propria vita che ci segna. Ci lascia molto più di quanto abbiamo mai potuto immaginare e che ci trasforma. Bene, questo è il mio!
Ed è stato troppo bello per poterlo raccontare in poche parole.
Era il 2016, forse l’anno più bello fin’ora. Anche se era iniziato nel peggiore dei modi:
- all’inizio dell’anno muore mia nonna
- due settimane dopo mi lascia il ragazzo dell’epoca
- a maggio vengo operata alla spalla destra
- a luglio ho gli esami di maturità
Già, proprio un bell’anno. Ed è proprio da qui che inizia la mia avventura!
Proprio a luglio mi viene fatta una proposta inaspettata: un’amica di famiglia (americana) mi propone di andare a stare da lei per alcuni mesi, in modo da poter migliorare le mie conoscenze linguistiche e potersi “sdebitare” con la mia famiglia visto che quando aveva 18 anni era stata ospitata dai miei nonni per un anno.
Per me era un sogno, ma non volevo andare lì solo per migliorare l’inglese, volevo fare qualcosa di più, le avevo chiesto se fosse possibile fare anche dei piccoli lavoretti, come commessa o cameriera, in modo da poter sfruttare al meglio il tempo. Ma purtroppo le sue conoscenze non potevano aiutarmi nell’intento. Nel mentre però io ero stata contattata da alcune aziende che avevano visto il mio curriculum.
Ero parecchio combattuta!
Una sera di fine settembre vengo contattata dall’azienda presso cui avevo fatto il colloquio…volevano assumermi, avevano scelto me! Appena finite le superiori, prima azienda che mi contatta e vogliono assumermi…non ci credo! Ma mentre elaboro tutto questo decido cosa voglio fare. Ringrazio e comunico che ho appena deciso di partire per l’America. F. mi ascolta (era già a conoscenza di questa possibilità) e mi risponde: hai fatto bene, goditi il viaggio e fanne tesoro.
Subito chiamo papà e gli riferisco la conversazione, non la prende molto bene, anzi, mi dice di richiamare di dire che ho cambiato idea, percè secondo lui è uno spreco di tempo andare via. In lacrime arrivo a casa, vado da mia mamma e le dico ciò che è appena successo, lei mi guarda e mi dice di non preoccuparmi di mio papà, che ci avrebbe parlato lei perchè avevo fatto la cosa giusta.
Per chi non lo sapesse i miei sono separati e questo, come si può vedere, è ciò che succede ogni volta che ci sono opinioni diverse. Sono felice che siano così, perchè mi spronano ad essere me stessa, mi istigano a trovare la mia strada e fare le mie scelte indipendentemente da ciò che vogliono loro. Tutto questo mi fa crescere più forte e più sicura di me stessa. Quindi grazie mamma e papà!
Mia mamma tutta felice prende il computer per cercare il volo, avviso S. e le chiedo quando e per quanto posso stare da lei. Nel giro di poche ore avevo vissuto così tante emozioni che non capivo più nulla. L’unica cosa chiara è che nel giro di due settimane mi sarei ritrovata dall’altra parte del mondo da sola per tre mesi, la cosa divertente è che l’unica cosa che mi spaventava era Londra! Avrei fatto scalo lì, ma avrei dovuto cambiare anche aeroporto! Prendere i miei bagagli, l’autobus e arrivare dall’altra parte! e se avessi sbagliato bus? E se non fossi riuscita a prenderlo? E se ci fosse stato traffico o avessi perso l’aereo? Erano queste le mie preoccupazioni, non il viaggio!
Era giunto il momento di scegliere la scuola in cui sarei dovuta andare, sapevo che Los Angeles fosse una grande città, ma non sapevo effettivamente quanto. Infatti ad un certo punto, giusto per curiosità, abbiamo guardato quanto distassero le varie scuole da dove sarei andata a vivere. Dovevamo rivalutare tutto! Sarei andata a Hollywood!! Ci credete? E’ un minuscolo quartiere! Eppure sembra il centro del mondo!
Il tempo sembrava scorrere troppo velocemente e nel giro di un attimo mi sono ritrovata a pochi giorni dalla partenza con la valigia ancora da fare ma con una lista infinita di cose che avrei dovuto comprare e autografi da chiedere per amici e parenti. Non sapevo cosa portarmi via, non sapevo che tempo ci sarebbe stato cosa mi sarebbe potuto servire. Da metà ottobre fino a fine anno era un gran bel periodo! Dovevo pensare anche al giorno del ringraziamento e a Natale! Troppe cose da fare in troppo poco tempo.
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Hi there! This blog post could not be written any better! Legra Alaster Sarson